EVOLUZIONE DEL SETTORE NUTRACEUTICO DURANTE LA PANDEMIA


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  • 11/08/2021
  • JOB BLOG

Con il COVID-19, il consumo di prodotti nutraceutici è aumentato in termini di vendita e consumo. Questo perché la correlazione tra alimentazione sana e prevenzione delle malattie è sempre esistita, ma negli ultimi tempi è stata confermata da ulteriori studi più approfonditi.

I nutraceutici sono integratori alimentari venduti sotto forma di polveri, gel, pasticche; contengono vitamine e altri principi attivi di origine vegetale che l’organismo non riesce ad assumere nella giusta quantità con il cibo, e sono utili per integrare sostanze che agiscono a lungo termine sulla salute generale.

Durante la pandemia, i consumatori hanno manifestato l’esigenza di rafforzare il sistema immunitario adottando uno stile di vita più sano, in cui il cibo non è inteso come mero sostentamento, ma come alleato per contrastare le malattie e mettere in atto una efficace opera di prevenzione.

Il focus si sposta proprio sulla prevenzione e le possibili misure di controllo dell’infezione da COVID-19. I nutraceutici non sostituiscono i medicinali, ma giocano un ruolo importante sullo stato infiammatorio della malattia e migliorano la funzionalità del sistema immunitario, rappresentando, in questo modo, una strategia efficace per tenere sotto controllo gli effetti peggiori legati al virus.

I benefici dei nutraceutici

Gli studi più recenti sull’argomento confermano come vitamina C e D, zinco e melatonina vantino azioni anti infiammatorie: l’inserimento di prodotti nutraceutici in una dieta sana e variegata potrebbe dunque aiutare l’organismo a difendersi dalle infezioni, COVID incluso.

I principi attivi e le vitamine contenute in alcuni cibi e negli integratori a supporto della dieta agiscono anche sull’umore: durante il lockdown è stato registrato un aumento nella richiesta di prodotti naturali per fronteggiare problematiche legate a disturbi dell'umore, preoccupazioni e incertezze.

Oltre a regolare l’umore, i nutraceutici migliorano i livelli di energia e potenziano le funzioni cognitive, apportando un significativo aiuto al sistema nervoso durante le ore di lavoro.

Questa attenzione nei confronti dell’alimentazione era già molto alta prima del COVID, ma con la pandemia il mercato dei nutraceutici si è espanso, uscendo dalle solite nicchie per raggiungere un target più ampio e variegato.

Com’è cambiato il settore della nutraceutica durante la pandemia

Durante la pandemia che ha costretto le aziende a rinunciare a viaggi di lavoro e incontri dal vivo con i clienti, la comunicazione ha giocato un ruolo chiave concentrandosi sull’informazione il più corretta e trasparente possibile verso il consumatore. Da alcuni studi è infatti emerso come le persone spesso non siano in grado di distinguere un prodotto di puro marketing dai veri nutraceutici, per questo l’esigenza di illustrare correttamente i prodotti si è fatta ancora più forte.

I cambiamenti in atto si riflettono nei numeri delle vendite, basti pensare all'aumento del consumo di integratori e vitamine che dall'inizio del COVID hanno registrato:

  • +1,5% di consumi
  • +3% nella grande distribuzione
  • +15% nell'e-commerce rispetto al 2019 (dovuto alla distorsione della vendita tradizionale nel periodo del lockdown)

Nonostante il COVID abbia obbligato molte aziende a rivedere la loro struttura interna e a usare nuovi canali d’azione, la richiesta di figure professionali legate al mondo della nutraceutica è tuttora in crescita.

Tra queste, segnaliamo le più interessanti:

  • Ruoli marketing di Brand Manager, Product Manager, influencer/ opinion leader
  • Ruoli commerciali, con profili diversi ma caratterizzati da soft-skills comunicative come i sales manager, export manager
  • Ruoli tecnici, per contribuire alla creazione dei prodotti come Tecnologi alimentari e Tecnologi.

Durante il COVID avete modificato le vostre abitudini alimentari?

Avete integrato l’alimentazione con prodotti nutraceutici?

Lasciate un commento per raccontarci la vostra esperienza.

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