Da ormai un anno lo smart working è entrato di prepotenza nelle nostre vite e nel nostro lessico quotidiano. Con questo termine si definisce il lavoro svolto da casa, nei coworking o in qualsiasi altro luogo, caratterizzato da una maggiore flessibilità nella gestione del tempo.
La natura del lavoro stava già cambiando prima della pandemia, ma quest'ultima ha affermato lo smart working anche in contesti in cui era poco usato, illustrando alle aziende un modello lavorativo più flessibile e produttivo.
I vantaggi dello smart working sono innegabili:
- autonomia nella gestione del lavoro;
- attrattiva per i lavoratori più giovani, desiderosi di mantenere un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata;
- più flessibilità e meno stress.
L'organizzazione aziendale è stata dunque modificata in base a nuove esigenze e nuovi obiettivi raggiungibili anche a distanza: grazie agli strumenti digitali a disposizione come le piattaforme per webinar e meeting è possibile rafforzare la rete di collaboratori agevolando il lavoro degli HR, incaricati di trovare nuove risorse da inserire in azienda.
Lo Smart Working nel settore della cosmetica
Nell'ambito della cosmetica lo smart working ha fatto emergere due dati importanti:
- nuove abitudini nella beauty routine delle donne;
- possibilità da parte delle aziende di sfruttare l'expertise di collaboratori presenti nei mercati esteri e di ampliare la propria rete con professionisti già operativi in zone particolarmente fertili per il settore.
Lavorare da remoto ha cambiato le abitudini cosmetiche di molte donne che hanno iniziato a truccarsi meno e preferire prodotti facili da utilizzare e dall'effetto naturale. Questa riscoperta della semplicità, dovuta alla limitazione di occasioni sociali, ha spinto le aziende cosmetiche a ragionare su prodotti destinati all'utilizzo quotidiano e adatti al lavoro in smart working, dove il look deve essere curato ma resta più informale rispetto all'ufficio.
Di pari passo con un cambiamento in termini di produzione abbiamo la conseguenza che riguarda la struttura aziendale, la sua organizzazione e la gestione pratica del lavoro. Lo smart working favorisce lo scambio di competenze e il confronto tra varie figure professionali, soprattutto con quelle residenti all'estero, semplificando il processo di reclutamento da parte delle aziende che possono così allargare la propria rete di professionisti del settore in tutto il mondo.
Il futuro dello smart working
Il lavoro agile non è stato scoperto ieri, ma sicuramente si è fatto conoscere nel 2020 per consolidarsi come realtà durante quest'anno in cui la pandemia ci costringe ancora a mantenere le distanze e rompere i rigidi schemi del lavoro d'ufficio così come lo abbiamo conosciuto finora.
Aziende e lavoratori si stanno abituando al nuovo modello di interazione ed entrambi hanno il compito di perfezionarlo. Per questo è importante digitalizzare il più possibile l'ambiente di lavoro e andare alla ricerca di figure professionali sempre più specializzate, che siano di supporto a tutte quelle realtà che si sono avvicinate o si stanno avvicinando allo smart working.
Sono ancora una volta i dati a parlare: si calcola che entro il 2023 in Europa oltre due terzi dei manager gestirà team di lavoro svincolati da limiti di luogo e di tempo. In soli tre anni, il numero di coloro che praticano lo smart working è infatti cresciuto del 40%, con la pandemia del 70%.
Secondo un recente studio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, una grande impresa su tre presenta al suo interno progetti strutturati da remoto; questo non può che dare conferma del fatto che il lavoro si sta evolvendo e di questo passo nel futuro sarà sempre più smart (intelligente)!
Cosa pensi dello smart working? E’ una realtà che stai vivendo?
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