COACHING AZIENDALE - Cos’è e a cosa serve


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  • 23/09/2021
  • JOB BLOG

Il coaching è uno strumento prezioso per le aziende che sempre più spesso devono indirizzare manager e team di lavoro verso un percorso di crescita personale orientato agli obiettivi aziendali.

Il coaching permette di sviluppare quelle competenze propedeutiche alla gestione delle attività in relazione agli obiettivi da raggiungere e al ruolo ricoperto. Il coaching assicura che le giuste azioni correttive possano essere intraprese al fine di ottenere i risultati previsti.

Non parliamo di una formazione con acquisizione di nuove abilità, ma di un focus sulle potenzialità della persona e sul miglioramento della performance volte allo sviluppo del business.

Saper essere un buon coach è una competenza essenziale per un manager, che in questo modo raggiunge due importanti obiettivi:

  • accompagnare la crescita professionale e personale dei propri collaboratori;
  • raggiungere risultati importanti per l’azienda.

Il manager deve saper comprendere i bisogni della sua squadra e monitorare i progressi singoli e di gruppo, per rispondere nella maniera più performante al soddisfacimento degli obiettivi.

Obiettivi del coaching aziendale

L’obiettivo in un percorso di coaching è trovare le strategie giuste per migliorare e favorire le dinamiche aziendali, compresi gli scambi tra persone che lavorano insieme e uniscono le forze per il perseguimento di uno scopo comune.

Il processo di gestione della performance fornisce le basi per le opportunità di coaching e parte dalla definizione degli obiettivi - individuali e di team -, al coaching continuo - ossia revisione e continui confronti sugli sviluppi - alla discussione di fine anno.

Il coaching, dunque, può essere visto come una pratica di apprendimento e sviluppo continuo, che risulta fondamentale nel momento in cui tutti i membri della squadra devono allinearsi verso la stessa direzione per raggiungere risultati eccezionali.

Per mettere in pratica il coaching occorre:

  • comprensione, ovvero la capacità da parte del manager di intercettare le esigenze del business e usare il coaching sul campo come metodo per soddisfarle;
  • capire quando fare coaching; le opportunità di coaching si presentano tutti i giorni ma le occasioni d’uso sono diverse e settoriali - si può ricorrere al coaching per portare avanti brevi scambi informali o seguire un percorso più articolato, seguito da revisioni trimestrali e di fine anno per tirare le somme del lavoro svolto;
  • imparare a comunicare nella maniera corretta, con empatia ed assertività;
  • curare la pianificazione, il training e la pratica sul campo.

Il coaching può essere di diversi tipi, rivolto al singolo o al team, e può diventare collaborativo nel momento in cui si mettono in atto azioni di miglioramento e correzione durante l’attività lavorativa per rivedere il modus operandi e modificarlo.

La soluzione ideale per le aziende è sicuramente un coaching a lungo termine, dove il manager deve assicurarsi che vengano stabilite le giuste priorità e fornire una documentazione puntuale relativa ai risultati raggiunti di volta in volta.

Il coaching è inoltre fondamentale per l’inserimento delle risorse: diversi studi dimostrano come una delle maggiori ragioni del turnover dei collaboratori nei primi due anni sia proprio la mancanza di un corretto inserimento nell’azienda o nel team.

I manager, una volta formati su queste dinamiche, possono assumere un ruolo essenziale nell’inserimento di nuovi collaboratori.

Il coaching può essere, quindi, visto come una modalità di gestione dei propri collaboratori e rappresenta un fattore determinante per supportare lo sviluppo del business; permette di individuare e valorizzare il talento delle persone ed è propedeutico alla talent acquisition.

Quanto valore viene dato al coaching nell’azienda in cui lavori?

Parlacene lasciando un commento qui sotto.

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